Spazio Ufficio: La ragion d’essere dell’ambiente

bip ufficio proattivo

Potrebbe sembrare fuori tema parlare di antropologia in questo contesto ma credo sia necessario per capire il perché delle scelte di progettazione degli spazi fisici, tra cui gli ambienti ufficio. Partiamo da un’affermazione: “lo spazio costruito è una emanazione dell’essere umano”.

Quest’affermazione si basa sul fatto che l’architettura fa la sua apparizione nella storia solo dopo molti millenni dominati dall’uomo errante. Siamo all’alba dei tempi in cui non esiste ancora il concetto di dimora fissa, l’uomo si dedica esclusivamente alla caccia e all’allevamento dei propri figli. I ripari di fortuna sono semplicemente le caverne che incontra lungo il cammino.

Il più antico artefatto, solo recentemente scoperto nella Turchia sud orientale, risale al 9.600 A.C. e si chiama Gobekli Tebe, dal nome del luogo del ritrovamento. Si tratta di un grande insediamento che mostra resti di un impianto di forma ellittica, molto probabilmente un  luogo sacro. Siamo in un’epoca che antecede l’invenzione della ruota e l’uso di utensili.

Se guardiamo ancora più indietro, oltre 10.000 anni fa, troviamo un uomo che vive le sue esperienze quotidiane semplicemente interagendo con l’ambiente naturale più o meno avverso. L’uomo primitivo probabilmente cammina corre, salta, si arrampica, dondola, nuota o semplicemente riposa sdraiato. Si tratta di posture e movimenti che sottendono ciascuno una situazione e uno stato d’animo particolare.

Lo spazio costruito creato in una fase successiva è diventato quindi espressione di queste necessità primordiali, cioè dell’interesse di trovare la giusta corrispondenza spaziale alle proprie esigenze espressive posturali e di movimento.

La prima forma di Architettura

L’homo sapiens costruisce un’architettura primordiale che può solo essere emanazione della propria fisicità e quindi necessariamente un’architettura organica.

A poco a poco si è creato un divario tra quelle che sono le necessità fisiologiche, le aspettative dell’individuo e del gruppo, e le riposte dell’ambiente costruito. Ad un certo punto il divario è aumentato a causa del progresso tecnologico tanto da creare una divisione tra le esigenze di chi deve occupare gli edifici e ciò che governa l’agenda del mondo immobiliare, per finire col realizzare ambienti sempre meno organici, o forse meglio definire, poco “umano-centrici”.

Tale fenomeno si è verificato in ogni ambito dello spazio costruito, ma mentre nella dimensione domestica (residenza) si è riusciti ad assicurare una risposta adeguata alle esigenze del privato, nell’ambito dell’ambiente lavorativo, il concetto di ufficio lascia  insolute ancora molte domande.

L’ufficio è sempre alla ricerca dell’equilibrio perfetto

Una casa la immaginiamo come fosse un’affettuosa governante, impersona l’accoglienza. Ogni ambiente svolge il suo preciso ruolo: riposare, nutrirsi, lavarsi e così via. Un edificio scolastico è come un “terzo educatore” che accoglie, smista e raccoglie, per comunicare e per apprendere nello stesso tempo e luogo.

Quali sono gli attribuiti che ci si aspetta da un ufficio?

Il contesto in cui si lavora è molto complesso poiché si incrociano diversi aspetti esistenziali dell’uomo. In ufficio l’uomo è un creativo in alcuni frangenti, è attento e meticoloso a tratti, è un animale sociale nelle pause. Di conseguenza la disorganizzazione, il physical discomfort, il multitasking ed i conflitti interpersonali sono lì dietro la porta pronti a innescare stressors.

La progettazione diventa una vera e propria sfida quando si cerca di affrontare l’uomo inteso come macchina quasi perfetta. In quanto tale ha bisogno di:

  • cura per i suoi sistemi vitali (sistema motorio, circolatorio, nervoso);
  • attenzione nei riguardi del suo background di esperienze, cioè dei gusti, ricordi, in poche parole della sua cultura, capace di sovrascrive il codice genetico con una forza tale da poterlo modificare nel tempo (epigenetica).

Il dilemma per chi progetta uffici, è sempre lo stesso: quale caratteristica deve prevalere? Di fronte a necessità vitali, come il mantenimento della salute psico-fisica, è possibile costruire lo spazio per salvaguardarla?

La ricchezza dell’umanità è la creatività, questa si genera per mezzo di caratteristiche contrapposte tra l’essere animale sociale e il pensiero profondo. Le aziende moderne puntano molto su quest’aspetto e spingono verso la ricerca del luogo perfetto, in grado di accendere e mantenere accesa la scintilla.

Sembra proprio che i tempi siano maturi, la pandemia ha sollevato tutta quella fuliggine che impediva di concentrarsi sui key driver, non basta progettare un ufficio sano (e vedremo tra poco cosa si intende per ufficio sano), è giunto il momento di prendersi cura del corpo e della mente, è l’era dell’ufficio del benessere.

Tratto da una pubblicazione per Harvard Business Review
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